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Bullismo: come comportarsi


Offese, parolacce, insulti, derisione per l’aspetto fisico o per il modo di parlare, diffamazione, esclusione per le proprie opinioni, umiliazioni pubbliche, aggressioni fisiche.

Il bullismo è un'emergenza, che dovrebbe essere contrastata precocemente a partire dall’intervento a scuola. L’introduzione della figura dello psicologo nel contesto scolastico è fondamentale ma, purtroppo, non troppo presente nelle scuole italiane e molte maestre si trovano spesso a dover gestire problemi di difficile, nonché delicata, gestione.



Autostima e potere


Una serie di studi ha messo in luce che un basso concetto di sé conduce alla vittimizzazione e che l’effetto di eventuali fattori di rischio è maggiore nei soggetti che hanno un basso concetto di sé e che si sentono inadeguati.

Nel caso dei bulli, per esempio, sembrerebbe che il comportamento prepotente da essi attuato sia efficace a fargli guadagnare potere, ammirazione e attenzione e, in questo modo, migliorare poi l’immagine di sé.

Le vittime di bullismo soffrono di scarsa autostima, hanno un’opinione negativa di sé e delle proprie competenze.

Capita infatti molto spesso che i bambini tiranneggiati dai compagni mettano in dubbio il proprio valore, precipitando in stati di ansia e frustrazione.

Essi talvolta diventano anche un obiettivo di attrazione per il bullo, in quanto non sanno come affrontarlo. Tendono a vedere sconfitte temporanee come permanenti e molto frequentemente accade che qualcun altro (psicologicamente più forte) prenda su di loro il sopravvento.

Una ricerca di Salmivalli ha indagato l’autostima a 14 e 15 anni e i risultati hanno evidenziato che i bulli hanno un’autostima più alta della media, combinata a narcisismo e manie di grandezza e sono solitamente dei soggetti popolari,

Nonostante i crescenti problemi di condotta, i bulli erano psicologicamente più forti e godevano di una posizione sociale elevata tra i loro compagni di classe. Al contrario, le vittime erano emotivamente angosciate e socialmente emarginate tra i loro compagni di classe.



Come si sceglie la vittima?


Il bullo sceglie specificamente, e non a caso, la vittima. Generalmente il bullo la sceglie perché: 

  • È diversa in qualche modo dagli altri (viene da un altro paese, ha un’altra religione, porta l’apparecchio ai denti, in qualche modo è diversa dall’immagine comune di bambino/adolescente)

  • Non sarà facilmente aiutato dagli altri (ad es, è un ragazzo solo che non fa facilmente amicizia)

  • E’ meno forte.


In genere la maggior parte dei tratti di personalità della vittima lo rendono un obiettivo più facile. La vittima, infatti, presenta in genere:

  • Bassa autostima

  • Scarsa capacità di risoluzione dei problemi

  • Sintomi depressivi

  • Difficoltà emotive

  • Sentimenti di solitudine

  • Basso rendimento scolastico ed elevato numero di assenze da scuola

  • Disturbi del comportamento

  • Problemi psicologici /psicosomatici (mal di testa, mal di pancia, disturbi del sonno, enuresi) 

  • Stress

  • Fobie/paure

  • Incapacità di stare da solo

  • Evitamento del contatto oculare


Come si sente la vittima?


La vittima spesso sviluppa emozioni ambivalenti: molte volte sperimenta sentimenti di RABBIA verso i genitori, gli insegnanti e i compagni di classe da un lato perché non riconoscono la sua difficoltà a reagire, dall’altro si sentono in COLPA perché pensano di essere in qualche modo responsabili del bullismo (ad esempio: “mi chiamano quattrocchi” – io porto gli occhiali – hanno ragione – sono un quattrocchi). C'è la VERGOGNA per quello che è accaduto e si preoccupano di quello che pensano o potrebbero pensare i compagni di classe. Credono che nessuno vorrà essere loro amico. Si vergognano anche di rivelare quanto accaduto ai genitori per timore di deluderli. Vivono con la costante PAURA di essere presi in giro, derisi, perseguitati. Tutto questo caos emotivo porta il ragazzo a non raccontare a nessuno ciò che vive e di conseguenza a non chiedere aiuto. E quando non buttano fuori tutto questo, le emozioni rimangono intrappolate e portano a stravolgimenti della quotidianità: umore negativo, cambiamenti repentini dell'umore, evitamento di situazioni e persone, minor rendimento scolastico ed extrascolastico, eccetera, disturbi del sonno e dell'appetito, eccetera.



Conseguenze a lungo termine


Essere vittime di episodi di bullismo costituisce un fattore di rischio per disturbi futuri come: agorafobia, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo da attacchi di panico, dipendenza, psicosi e depressione. Inoltre essere vittime di bullismo aumenta la probabilità di diventare essi stessi bulli.

Una vittima che è diventata a sua volta bullo incorre il rischio di sviluppare disturbi depressivi, disturbi da attacchi di panico, agorafobia (solo nel sesso femminile) e un aumento di rischio suicidario (solo nel sesso maschile). Per coloro che invece hanno caratterizzato il loro passato esclusivamente con il ruolo di bullo vi sarebbe un maggior rischio di sviluppare un disturbo antisociale della personalità.



Come si manifesta il disagio della vittima


Non è semplice individuare le situazioni di bullismo a scuola. Gli studenti che ne sono vittima infatti, di solito, non ne parlano per mille motivi diversi: hanno paura che la situazione peggiori; hanno paura di essere puniti; per vergogna o perché non vogliono far preoccupare i genitori; hanno paura di sentirsi deboli, pensano di poter risolvere da soli o sottostimano la gravità della situazione.

La cosa più importante da fare è quindi prestare attenzione a tutti i cambiamenti nel comportamento dei bambini.


Ecco alcuni segnali:

  • Umore basso (tristezza), stanchezza. svogliatezza.

  • Reazioni di allarme, ipervigilanza: il bambino/ragazzo sembra spesso spaventato, agitato, irrequieto e non riesce a rilassarsi.

  • Si chiude sempre più in se stesso.

  • Non vuole più andare a scuola o a allenamento.

  • Evita i suoi compagni, esce meno.

  • Manifesta disturbi fisici, come vomito, dolori addominali o mal di testa (senza che sia presente un reale riscontro medico di malattia), e può anche presentare lividi.

  • Ha problemi ad addormentarsi, a dormire tutta la notte o ha mancanza di appetito.

  • Usa improvvisamente i media digitali molto di più oppure per niente.

  • Manifesta pensieri suicidi.

  • Le prestazioni scolastiche o extrascolastiche peggiorano.

  • Scoppi d'ira improvvisi o sproporzionati rispetto alla situazione.



Genitori: come intervenire


Prima cosa da fare:

  • parlarne con il proprio figlio: l’obiettivo è far capire che può parlarne con te e contare sul tuo aiuto per trovare una soluzione. Introdurre l'argomento con tatto spiegandogli che hai visto in lui dei cambiamenti e vorresti aiutarlo è un buon modo di aprire la conversazione, perché mostri al bambino che il suo disagio è riconosciuto e preso sul serio, e in questo modo si sente meno solo ed è spronato ad aprirsi.

  • confrontarsi con il dirigente scolastico o gli insegnanti della classe: se gli episodi di bullismo si verificano a scuola, il passo successivo è parlarne con gli insegnanti. È loro compito incontrare i genitori dei bulli e decidere, insieme al dirigente, sanzioni da imporre agli aggressori e soluzioni per la vittima. Insieme si possono cercare soluzioni e coinvolgere tutti gli alunni coinvolti, oltre che attuare progetti educativi con l’intera classe. Il bullismo non coinvolge mai solo vittima e bullo, ma tutto il gruppo.


  • sporgere denuncia alle forze dell’ordine: se l’istituto scolastico non agisce e il problema non si risolve è possibile sporgere denuncia.  Il bullismo è reato perché tutti gli atti che lo compongono, come l’intimidazione, la coercizione, la diffamazione, la violenza fisica e psicologica, sono punibili per legge. L'art. 2 del decreto-legge 1404/1934 (cd. "legge minorile") prevede un intervento preliminare con un percorso di mediazione o un progetto di intervento educativo con finalità rieducativa o riparativa, sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali minorili, all'esito del quale il tribunale può disporre la conclusione del procedimento, la continuazione del progetto, l'affidamento del minore ai servizi sociali o, come extrema ratio, il collocamento del minore in una comunità.


  • consultare uno psicologo: se il bambino/ragazzo a distanza di mesi continua a manifestare umore basso, comportamenti di allarme, evitamento, rifiuto della precedente routine o sbalzi d'umore, potrebbe essere necessario un supporto psicologico individualizzato per risolvere il trauma dell'accaduto.


ATTENZIONE: Solitamente i genitori hanno l'impulso di proteggere il figlio e di fare subito qualcosa, come andare dal bullo e dalla sua famiglia. 

È comprensibile, tuttavia, non sempre questa è una buona scelta. 

Andrebbe prima studiata la situazione, andrebbe capita la dinamica degli atti di bullismo, il contesto e la famiglia da cui il bullo proviene. 

Perchè?

La situazione potrebbe peggiorare perché il bullo e/o i genitori del bullo colti di sorpresa potrebbero reagire difendendosi. Meglio creare una rete di supporto intorno alla vittima prima di intervenire.



Se sei in questa situazione consulta uno specialista e ricorda:

LA SUA SALUTE MENTALE E' UNA PRIORITA'


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